Le ricerche archeologiche, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, applicando i metodi stratigrafici, hanno ricostruito numerosi aspetti dei cambiamenti avvenuti nelle ultime fasi dell’impero d’Occidente fino alla frammentazione dell’Italia sotto i Bizantini e i Longobardi.
Le agende di ricerca hanno privilegiato lo studio delle architetture e lo scavo di città, castelli, insediamenti rurali, chiese, sepolture e centri artigianali. I reperti rinvenuti sono anche serviti per proporre un quadro dell’agricoltura, dell’allevamento, delle attività produttive e dei commerci tra sistemi mediterranei e ambiti locali.
Più recentemente, in linea con le tendenze di ricerca a livello europeo, si è tornati a riflettere sugli aspetti socioculturali, di gerarchia e di rango, in relazione con la fine dell’impero e lo stanziamento, più o meno pacifico, di popolazioni alloctone (in Italia Goti, Longobardi e altri gruppi minori). In questa fase della ricerca, l’archeologia si è troppo spesso accontentata di una posizione subordinata rispetto agli storici delle fonti scritte che nella prospettiva di una storia prevalentemente ideologico-culturale hanno sovente utilizzato i dati materiali in modo strumentale, rispetto ai grandi temi del presente, quali le radici dell’Europa tra eredità dell’impero, apporti dei barbari e ruolo della Chiesa o l’effetto delle immigrazioni/invasioni che posero fine all’impero rispetto alle prospettive delle immigrazioni attuali destinate a sconvolgere concetti secolari di nazione, identità, appartenenza.
E tuttavia la quantità dei dati raccolti permette di delineare una storia di quel periodo assai più ricca e articolata, ampliata dagli indicatori tradizionali ad altri, come il paesaggio o l’antropologia fisica, la zooarcheologia, l’analisi paleoambientale, l’archeometallurgia ecc. Con il fine di ridare il giusto peso agli aspetti economici e ai riflessi che questi ebbero sulle trasformazioni della società. Da questo punto di vista i cambiamenti imposti dalla globalizzazione attuale, un sistema economico che ha scardinato il potere dei singoli stati non sono forse meno traumatici di quelli intervenuti alla fine della globalizzazione dell’impero romano.
Obiettivi di questo seminario è di discutere, oltre che della potenzialità di alcuni indicatori rilevabili archeologicamente, anche delle reciproche relazioni e delle possibili interpretazioni: sepolture; paesaggi antropici tra agricoltura, allevamento, strutture produttive; sistemi di scambio locali, regionali, internazionali e loro effettiva incidenza sull’economia. Si è anche deciso di dar voce ai giovani archeologi, sui quali riposano le prospettive della disciplina in un momento assai delicato per la sua stessa sopravvivenza. La scomparsa degli archeologi medievisti dalle Soprintendenze, la prevista riorganizzazione dei settori scientifico-disciplinari all’Università si coniugano a profondi cambiamenti nella cultura di massa e nelle scelte poltiche che sempre meno hanno a cuore la difesa del nostro patrimonio culturale ed archeologico.
Padova, Palazzo del Bo – Aula Nievo – 25-27 marzo 2010
Salve, volevo sapere se sono stati pubblicati gli Atti di questo seminario. Grazie.
provi a mandare la richiesta a questo indirizzo mail archeologia.medievale@unipd.it.